Il 6 giugno celebriamo la Giornata Internazionale del parto in casa, un appuntamento annuale a cui noi Ostetriche teniamo particolarmente in quanto occasione preziosa per festeggiare questa magnifica possibilità di scelta inerente al parto, ma anche occasione per diffondere questa buona pratica e permettere alle coppie di futuri genitori di entrare in contatto con le realtà che offrono sul territorio tale possibilità e scoprirne le modalità assistenziali.
Sì, perché partorire in casa oggi non equivale assolutamente a un ritorno al passato, né a un passo indietro contro la tecnologia e le nuove scoperte in campo medico, anzi!
Le nuove conoscenze, soprattutto nel campo della fisiologia della Nascita, ma anche riguardo alle moderne norme di pulizia e igiene permettono alle ostetriche di assistere in sicurezza.
Oggi le Ostetriche che accompagnano le coppie che scelgono di partorire in casa si avvalgono delle linee guida più aggiornate e operano alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.
Il parto in casa favorisce un parto normale e indisturbato, senza portare una maggiore mortalità o morbilità.
Un’indagine olandese (1) che ha incluso 529.688 donne a basso rischio che hanno partorito in ospedale o a casa (parto in casa programmato e assistito) ha chiaramente dimostrato che il parto a domicilio è una scelta realistica e sicura per una coppia che desidera un parto e una nascita indisturbati. Lo studio dimostra che un parto a casa non aumenta il rischio di mortalità e di grave morbilità perinatale tra le donne a basso rischio, a condizione che sia programmato, con una organizzazione che facilita questa scelta attraverso la disponibilità di ostetriche formate e motivate e con un buon sistema di trasporto e di trasferimento. C’è Perinatal mortality and morbidity in a nationwide cohort of 529 688 low risk planned home and hospital birthsun mito che riguarda il trasporto olandese o nei Paesi Nordici nei parti in casa: molti pensano che il sistema garantisca la sosta di un’ambulanza davanti alla casa della donna! Ovviamente questo non è reale. Il buon sistema di trasferimento si riferisce al fatto che in caso di bisogno venga chiamata un’ambulanza (che è in ospedale) e che l’ostetrica segua la donna in ospedale. Generalmente il tempo per raggiungere l’ospedale varia da 30 a 45 minuti.
Un’indagine danese (2) ha riportato gli stessi risultati, ma ha anche mostrato che se una donna a basso rischio partorisce in ospedale per la prima volta, ha il doppio di probabilità di avere un travaglio accelerato; e se una donna è pluripara questo rischio sale di 5 volte. Anche le altre procedure mostrano la stessa tendenza. Ci sono state più lacerazioni gravi in ospedale che a casa.
Uno studio olandese (3) molto recente (2013) che ha incluso nella ricerca 146.752 donne a basso rischio, ha comparato i parti programmati a casa con i parti programmati in ospedale. Il risultato è che i parti programmati in casa hanno una minore morbilità materna, un minor numero di emorragia post partum e un minor ricorso alla rimozione manuale della placenta.
- Jonge, A de et al. 2009. Perinatal mortality and morbidity in a nationwide cohort of 529 688 low risk planned home and hospital births. BJOG 2009.
- Vestsjællands Hjemmefødselsordning, statistic 1991-2010. Homepage for Vestsjællands Homebirthpractice.
- Jonge, A. et al. 2013. Severe adverse maternal outcomes among low risk women with planned home versus hospital births in the Netherlands: nationwide cohort study. BMJ 2013;346:f3263
Commento scritto da:
- Emanuela Rocca, Ostetrica e autrice di “Travaglio e parto senza paura”
- Susanne Houd, Ostetrica danese già Direttore della Scuola Ostetrica Nazionale Danese, Psicoterapeuta e MPH; autrice di alcuni libri tra cui uno in italiano sulle Emergenze nel Parto, NumeriPrimiEditore 2013
- Piera Maghella, Educatrice Perinatale, IBCLC, formatrice per i Corsi di Accompagnamento alla Nascita e per questi Consulente ISS; autrice. Madre di 4 figli nati in casa di cui due in UK e 2 in Italia
Ecco un elenco degli eventi organizzati sul nostro territorio:
